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- From: 11 Febbraio 2025
- To: 11 Febbraio 2025
- Starting at: 00:00
- Finishing at: 00:00
Festival Europeo della Fotografia di Nudo
08-13 Maggio 2018
Chappelle Sainte-Anne
Arles
Francia
“Scatto dopo scatto ho cercato di raccontare la donna, lontano dai cliché il mio interesse non è mai stato legato alla rappresentazione degli amori, delle ambiguità, delle contraddizioni umorali e passionali, espressioni fuorvianti tipiche del raccontare la donna nell’attuale contesto dei cambiamenti sociali. Il mio è uno sguardo carezzevole, che ricerca la bellezza femminile nel suo vivere quotidiano; nell’incedere travolgente e nel vortice sottile dell’erotismo, ne ho colto la sensuale gestualità, le movenze che sprigionano la delicata passionalità.
L’erotismo e la sensualità femminile sono stati temi centrali, sia nel campo della pittura sia nelle arti figurative in genere, nelle diverse epoche storiche. L’avvento della fotografia segnò una nuova visione anche nel campo della rappresentazione femminile, i primi dagherrotipi infatti riproducevano figure femminili statiche, imitando palesemente la pittura ottocentesca. Donne giunoniche dallo sguardo lascivo si mostravano in lingerie, per accendere un erotismo dal gusto tipicamente fin du siècle. Sarà ai primi del ‘900 che le immagini femminili inizieranno ad avere una forza travolgente, soprattutto grazie ad Edward Weston. Il fotografo statunitense, immortalando Tina Modotti la spoglia di ogni orpello, la rende donna creando immagini di una straordinaria forza emotiva e suggestiva. L’elenco nella storia sarebbe lungo; così, incline per natura alla sintesi, preferisco fornire solo brevi spunti di riflessione.
Dopo un’accurata selezione, nella mostra ho voluto proporre un compendio di immagini, frutto di una lunga elaborazione lavorativa; intorno agli anni ’60 nascono le prime fotografie e da allora fino ad oggi la mia ricerca non si è fermata. Dalla vestizione della sposa, agli scatti rubati, dalle immagini costruite seguendo l’incedere della mia fantasia, dalle lucciole, adescatrice o gioconde, alle dormienti, colte nei silenzi delle stanze mentre dormono o alla donna semplice colta in una voluttuosa danza su note che solo lei riesce a sentire.”
Giuseppe Leone